A volte sono velo a volte specchio

del tuo splendore, e trasalisco attonito
dell’immagine tua nel mio pensiero.
Non dell’acqua né della terra

del conforto s’impasta e foggia

l’essenza della mia passione:
ssono la folle polvere

di malinconia che il fremito solleva

della tua gazzella fuggitiva.
Io volo e sfiora il cielo l’orlo

del mio cappello, più in alto ancora

proprio perché umiliati io e il desiderio

le ali spezzate abbiamo a causa tua.
Davanti al sommo bisogno s’incurva

la mia schiena come l’anello

da schiavo del mio orecchio,

e se ascendo più in alto fino al cielo

la falce divento della tua luna.
Non distinguo più alcuna differenza

tra il farsi niente e il permanere eterno,

ma vedo bene che un atomo sono

dell’infinito tuo eterno sole.
Che importa se questo mio tempo

me non riconosce! Il tuo specchio anch’io

ormai son diventato: specchio

della Bellezza tua sulle altre eccelsa.
Come potrebbe non gloriarsi il nero

incenso mio che è stato acceso ed arde?

Arde il respiro e ardono i sospiri

cercando il nero neo del volto tuo.
Che mai sia colpito nessuno

dalle invidie dell’emula contesa!

Riarse l’henné dei tuoi piedi vedendo

anche me dal tuo piede calpestato.
Non per le mie lacrime rugiada

sarò della tua primavera:

eccomi invece venditore che offre

il succo del sudore del suo volto

acceso di vergogna

al mostrarsi davanti agli occhi tuoi.
Neanche me stesso col pensiero

mio imperfetto so raggiungere.

Oh, strano mio desiderio! Io desidero

in te la perfezione tua raggiungere.
È qui nel sommo che mirabilmente

terrore e pace posano insieme:

sia nel chiuso del nido che nel volo

sono tue le ali che mi coprono.
Non so nulla di me se non per poco.

So che ero solo sguardo di passione,

e sono adesso solo la visione

che il volto tuo immagina e figura.
Il terreno dell’alta gnosi è mondo

dalle radici della dualità .

Perché non esco ormai fuori di me?

Non sono che il tuo arbusto a sé alienato.
M’arde, o Bidel l’Amantesenzacuore,

la vergogna d’esser privo di un cuore!

No, non posseggo il cuore: ma mi strugge

lo stesso di te la malinconia

per la mancanza e per il desiderio.